di Diego Runko
La città di Pola, in
Istria, sorge su sette colli.
Io sono cresciuto sul
colle di Castagner, che si trova alle spalle dell’Arena. Lo hanno chiamato così
perché in passato il colle era ricoperto di castagni. Una volta questo era un
criterio fondamentale per stabilire la toponomastica. La stessa cosa è avvenuta
anche per uno dei simboli di Pola, Scoglio Olivi, il cantiere navale, che oggi si
chiama Uljanik.
L'Arena di Pola |
Ho vissuto a Pola fino
all’inizio del nuovo Millennio. Poi mi sono trasferito a Milano.
A Pola ho frequentato
prima l’asilo, poi le elementari Giuseppina Martinuzzi e infine il liceo Dante Alighieri. Tutte queste scuole le ho frequentate in lingua italiana,
facendo parte della minoranza italiana, il che significa che tutte le materie
erano in italiano tranne una, lingua croata. Il che, per ulteriore precisione,
significa che sono bilingue.
Tutte questo per dirvi che
i primi anni all’Università, a Milano, era davvero divertente per me vedere
tutti stupirsi del fatto che parlassi perfettamente l’italiano.
Se avete letto con
attenzione il mio percorso scolastico vi sarete sicuramente accorti che non
comprende la scuola media.
Lo so cosa state
pensando.
No. In Croazia non si
viene promossi direttamente dalle elementari al liceo.
Il fatto è che in
Croazia le elementari durano otto anni. Comprendono cioè elementari e medie.
L'Arco dei Sergi |
Se vi dovesse capitare
di visitare Pola, nel malaugurato caso che, inspiegabilmente, non lo aveste ancora
fatto, avrete modo di trovarvi molti monumenti romani. Prima di tutto l’Arena,
l’anfiteatro romano più bello del mondo, senza ombra di dubbio. Poi il Tempio
di Augusto, l’Arco dei Sergi (antica famiglia patrizia polesana), Porta Ercole
(oggi ingresso del Circolo, luogo di ritrovo di tutti gli appartenenti alla
minoranza italiana), Porta Gemina (oggi ingresso del Museo archeologico
dell’Istria), il Foro romano, un piccolo teatro romano. Poi vorrei segnalarvi anche il Castello, una
fortezza veneziana che sovrasta le abitazioni. Potrei continuare ad elencare
altro, naturalmente, ma per mia e vostra fortuna esiste Wikipedia.
Quello che su Wikipedia
sicuramente non troverete è l’estasi provata nell’osservare un tramonto sul
Lungomare, la serenità nel godersi una serata da soli nell’Arena (dopo aver
scavalcato abusivamente i cancelli), la sorpresa nel poter andare all’avventura
e fare un safari a Capo Promontore (Kamenjak), la gioia nel gustarsi una birra
al Rock Caffè giocando a biliardo o ascoltando le canzoni di qualche talento
locale, la felicità allo stato puro dopo una corsa nel bosco di Siana, il
divertimento di una briscola al mare con gli amici parlando in dialetto, il
sapore di una pizza alla pizzeria Jupiter (dove ordino sempre due birre appena
arrivato perché dopo portata la pizza i camerieri vengono risucchiati in
un’altra dimensione ed è impossibile richiamarli), il sapore del pesce e dei
calamari in un ristorante di Stoia, il sapore dei čevapčići o di un burek (a
questo proposito vi segnalo una battuta bellissima letta tempo fa: “non puoi
accontentare tutti, non sei un burek”).
ESODO pentateuco #2 |
Sezione curiosità.
Molti anni fa anche Dante dedicò dei versi a Pola, inseriti nel canto IX
dell’Inferno, nella Divina Commedia: “… sì come ad Arli, ove Rodano stagna, sì
come a Pola, presso del Carnaro, ch’Italia chiude e i suoi termini bagna…”.
Il titolo di questo
post è tratto da una canzone popolare istriana “Vedendo te mia Rena” e il verso
finale è questo: “Son nato drio la Rena e là voio morir.”
Per concludere vorrei
segnalarvi un’emozione che potete ancora provare. Assistere al nostro
spettacolo “ESODO pentateuco #2” seduti comodamente su una delle poltrone del
bellissimo Teatro popolare istriano di Pola, a febbraio 2016.