Friday, October 09, 2015

Istria

A cavallo del confine orientale. Così ci siamo detti.
Prima Guerra, Seconda Guerra, Roma, Bisanzio, gli Asburgo, tutto.
Abbiamo un unico paletto, la riunione al Teatro Nazionale Croato di Fiume il 31 Agosto.
Ma chi è questo “noi” narrante?
Chiara Boscaro e Marco Di Stefano. E anche un pezzetto di Diego Runko. 
Grado.
La squadra di “ESODO pentateuco #2”.
Obiettivo: vacanza studio in Friuli Venezia Giulia, Slovenia e Istria.
Diciamola tutta, inizialmente si parlava di “Tutta la Croazia in macchina, giù giù fino a Dubrovnik e ritorno”. Poi abbiamo aperto la cartina, tutta giù giù fino in fondo, e ci abbiamo ripensato. L’Istria era anche in tema. “Il nostro prossimo spettacolo parla di Istria, e non ci siamo neanche mai stati?! Non è possibile. Dobbiamo vedere l’arena di Pola. E la casa dove è cresciuto Diego a Castagner. E Pisino. E Parenzo della canzone della Mula di Parenzo”.
Carichiamo sulla Chiantimobile la prima tenda, la seconda tenda, la borsa frigo e il fornello (ricomprato in extremis perché non trovavamo più quello vecchio) e ci mettiamo sulla strada. On the road again. Rigorosamente strada statale. On the road again. Con il Confratello Marco, l’autostrada non è un’opzione. On the road again, appunto. Per arrivare a Grado, prima tappa prevista, ci mettiamo qualcosa come sette ore, ma appena in tempo per assistere allo strano spettacolo della bassa marea che più bassa non si può. La gente passeggia all’asciutto per chilometri, a Grado, quando c’è la bassa marea. E quando è alta, nuotare è comunque un parolone.  La prima tappa ci regala l’incredibile Basilica di Aquileia e un altrettanto meraviglioso Refosco dal Peduncolo Rosso dell’Azienda Agricola Donda.
Seconda tappa, la costa slovena. E qui apriamo e chiudiamo una parentesi: ma perché il mare Adriatico, in Italia, a quell’altezza al massimo può vantare le anguille, e da questa parte invece è bello? e soprattutto… perché nessuno ci ha mai detto che la Slovenia ha chilometri di coste?!
Redipuglia.
Consigliamo Pirano, Izola e la friggitoria del mercato di Capodistria. E Hrastovlje, una chiesina che sembra uscita dal Settimo Sigillo di Bergman, una fortezza interamente affrescata con un’enorme danza macabra. Stesso discorso per Sveta Marija na Škriljinah a Beram/Vermo, in Croazia. Quando arriviamo in centro, in paese, citofoniamo al numero 8. La signora Anna ha le chiavi della chiesetta, e per poche kune ci accompagna e ci racconta lei tutta la storia.
Ovunque andiamo, incontriamo monumenti dedicati al Compagno Tito e ai partigiani che hanno combattuto per liberare la Jugoslavia. Partigiani italiani e slavi, indifferentemente. Ricordati in entrambe le lingue. È che in Italia ci hanno abituato a pensare che dopo la Guerra qui si sia consumata la persecuzione degli Italiani, costretti a un esodo di proporzioni bibliche, ma la situazione, al solito, è più complessa di come ce la raccontano. Diego è cresciuto a Pula/Pola, e già ce l’aveva detto. Ma bisogna vederle, le cose, per capire. Questo posto è un crogiuolo di lingue, culture, nazionalità, come si fa a tracciare un confine o un punto di vista? A Parenzo/Poreč incontriamo la Basilica Eufrasiana e un campeggio da re, a Rovigno/Rovinj una quantità di turisti tedeschi, a Dignano/Vodjan ci lasciamo inquietare da sette mummie e duecentotrentaquattro reliquiari, mentre nei paesi dell’interno i maialetti da latte arrostiscono allo spiedo fuori da ogni ristorante. Il turismo è fiorente, anche se ci dicono che i prezzi non sono più quelli di una volta, appena dopo la Guerra (quella dei Balcani). I naturisti invece si dice risalgano addirittura a Edoardo VIII re di Gran Bretagna e Irlanda, imperatore delle Indie. Quello che ha mollato tutto per la Wallis Simpson, si dice. Beh, si dice anche che con la Wallis si dilettasse a nuotare in queste acque in costume adamitico. E come dargli torto.
Il Teatro Ivan de Zajc.
E… ed è subito sera, e dopo aver grigliato ćevapčići (serbi, non sloveni), ražnjiči, carpe, orate e talvolta addirittura delle verdure (tutto indistintamente condito con ajvar), è subito anche il 31 Agosto.
La riunione al Teatro Nazionale Croato di Fiume.
O meglio, Rijeka.
Con un organico di 350 lavoratori stipendiati, il Teatro Ivan de Zajc (www.hnk-zajc.hr) può contare su un’orchestra, un ensemble di danza, una compagnia di prosa croata e una compagnia di prosa italiana. E tutte le maestranze tecniche e organizzative. E il laboratorio di scenografia e costumi. E il titolo della stagione è “Si garantisce la libertà di pensiero e di espressione”. E la sezione italiana, il Dramma Italiano di Fiume, coproduce il nostro “ESODO pentateuco #2”. E a Febbraio siamo lì.
E c’è pure il mare.