Wednesday, December 27, 2017

Oroscopo di viaggio.

di Chiara Boscaro
C'è chi parla d'amore, di salute, di lavoro, chi tira fuori i tarocchi e chi scomoda i fondi di caffè. Noi de La Confraternita del Chianti, che siamo degli irrequieti, tiriamo fuori la mappa e decidiamo dove mettere le bandierine. Nel nostro futuro ci sono la Croazia, il Portogallo, la Spagna e la Francia. E nel tuo?

Ariete
Destinazione: Roma
Il 2018 ha in serbo per te grandi orizzonti e carciofi fritti. Spelacchio non ce l'ha fatta ad attendere il tuo arrivo, ma tutto il resto rimarrà inalterato. Anche la linea C della metropolitana. C'è gente che ha comprato casa che gli dicevano che la metro passava proprio lì sotto, e ha fatto in tempo a mandare i figli all'università. All'estero, che un low cost gli costa meno del taxi.

Toro
Destinazione: Bucarest
La Piccola Parigi, il conte Vlad, le grandi foreste, la Transilvania, il misticismo dell'Est, una lingua che tu non capisci, ma loro capiscono te. L'anno nuovo ti condurrà verso mete che non ti aspetti e che ti sorprenderanno. 
D'altra parte, mica lo sapevi che il miglior pollo è il maiale?

Gemelli
Destinazione: Napoli
Sì, lo sappiamo che c'hai lo sdoppiamento di personalità, i dubbi esistenziali e il delirio di onnipotenza che si alterna allo sconforto più nero, ma ci hai mai pensato che Napoli è la città per te? Il mare e il vulcano, il Vomero e gli ossari sotterranei, la spazzatura e il Cristo Velato, la pizza e i friarielli. Sta' senza pensier.

Cancro
Destinazione: Fiume/Rijeka
Supera i tuoi limiti e i tuoi confini orientali. Comincia da qui, esci dalla comfort zone e mettiti ad esplorare, a volte le cose non corrispondono alle etichette. A volte puoi concederti un'aspettativa non realizzata, una sorpresa, una benvenuta malinconia o un insperato deliquio asburgico. Ah, il fascino discreto della borghesia...

Leone
Destinazione: Budapest
Non pensare a Wes Anderson. Non pensare ai colorini pastello. Qui c'è il verde profondo del Danubio, il nero dei contrasti, l'oro di un Parlamento che sembra gotico e poi è solo nostalgico. Pensa al liberty delle terme. Pensa a una lingua incomprensibile e misteriosa. Pensa al gulasch e alla Guerra Fredda. Ce li vedi, i colorini pastello?

Vergine
Destinazione: Parigi
Tutti sanno tutto di Parigi. Ma Parigi sa tutto di te?

Bilancia
Destinazione: Bergamo Alta
A volte, per vedere davvero le cose bisogna guardarle dall'alto, possibilmente dopo una polenta fumante. Dall'alto le cose si mettono in prospettiva, il quadro si arricchisce, la polenta ammorbidisce gli spigoli e pure i colori ci guadagnano.

Scorpione
Destinazione: Londra
Sii un po' swinging. Riempi il trolley, non fidarti dei londoners che vanno in giro in infradito pure a zero gradi, recupera un ombrello e preparati a sentirti spiazzato. I teatri dove si beve, i musei dove ci si perde, il caffè nel bicchierone e le grigliate in giardino. E tu pensi di parlare in inglese, ma forse sono loro quelli che non lo parlano. Dove comincia una città?

Sagittario
Destinazione: Torino
Il tuo compito per l'anno nuovo è riscoprire le città quadrate. Le città si dividono in quadrate e disordinate. Nelle città quadrate le vie sono parallele e gli incroci sono incroci, e questo si legge negli occhi di chi le abita. Per un abitante delle città quadrate è impossibile perdersi, per gli stranieri è impensabile ritrovarsi, ma forse neanche lo desiderano.

Capricorno
Destinazione: Brescia
Brescia ha un teatro romano, lo sapevi? Brescia ha un castello, una loggia, un bellissimo quartiere multietnico e tante, tantissime chiese. Brescia a volte sembra che ha il mare, a volte sembra che ha la montagna. A volte sembra, a volte sorprende, a volte è. A volte bisognerebbe inventarla.

Acquario
Destinazione: Pessano con Bornago
Quel cielo di Lombardia, com'è bello quando è bello, così splendido, così in pace. Che lo sguardo si sazia fino alle Alpi, e un po' si spaura. E poi c'è Manifattura K., e un paio di gelaterie mica male, e un ex casinò, e un passaggio segreto che sbuca al cimitero, e l'abbiamo già detto che c'è Manifattura K.?

Pesci
Destinazione: Barcellona
Scappa. Scappa dal lavoro, scappa dalla routine, scappa dall'Italia. Scappa in un posto accogliente, scappa in un posto complicato, scappa in un posto col mare. Scappa più veloce che puoi, perditi in una festa del barrio, ubriacati, aspetta l'alba in spiaggia. Limona. Soprattutto limona. 

Friday, December 08, 2017

Policoro.

di Chiara Boscaro

La piana.
Siamo nell'ambito dei viaggi epici, di quelli che al cinema ci farebbero un road movie. Siamo in due sulla Chiantimobile, dietro abbiamo una tenda Quechua di quelle che si montano in un minuto e la scenografia di GENESI pentateuco #1. La destinazione è Policoro, Basilicata. Abbiamo 1989,6 km davanti a noi. In statale. 

Giorno 1
Per un centinaio di chilometri seguiamo il navigatore della macchina, poi ci accorgiamo che non è aggiornato e ci sta portando in Romania. Torniamo indietro e ci affidiamo a Google Maps. Da qui in poi, tra i due aggeggi sarà un duello senza esclusione di colpi. 
La Pianura Padana si srotola sonnacchiosa davanti a noi, tra campi di mais, capannoni, capannoni, campi di mais, "ah guarda una cascina abbandonata potremmo farci il nostro teatro", capannoni, trattorie da camionisti, ipermercati, il labirinto più grande del mondo, la terra delle tigelle e poi tutte le cinquanta sfumature di piadina tra i lidi ferraresi e le Marche (confessiamo di preferire la marchigiana). E poi, il mare.
La sera ci accoglie un posto magico, un campeggio sul promontorio, frequentato solo da olandesi e, soprattutto, silenzioso. Si chiama Camping Paradiso, i nomi non sono mai casuali.

Giorno 2
Ci svegliamo sotto la pineta, nel silenzio. Condividiamo i cornetti caldi e il cappuccino con i silenziosissimi bambini olandesi e senza far troppo rumore ripieghiamo la tenda lanciabile. 
Il mare.
Ripartiamo in punta di piedi e con la brezza del mattino presto, dritti verso il sud. Le case si abbassano e schiariscono, i pini marittimi diventano palme, il mare è una striscia azzurra che ci teniamo sulla sinistra. 
Ci fermiamo a mangiare un gelato a Pescara, i passanti ci consigliano la Gelateria Bibò
Prima del tavoliere facciamo sparire una cassa da sei di acqua frizzante e tre pacchi di taralli, e il Confratello Marco si dilunga sulle differenze tra frittole, pittule e pettole e sulle gioie della viabilità pugliese. 
A Policoro arriviamo che è quasi notte. Da qui in poi sarà una lunga, ininterrotta, maratona di mangiate di pesce. 
Ah, il mare non lo vedremo mai.

Giorno 3
Si lavora. E quando si lavora, si lavora. A tratti si va in piscina, o si mangiano penne con pesce spada e peperoni cruschi, ma comunque si lavora.

Giorno 4
Iniziamo la risalita. 
È una di quelle rare giornate in cui pioverebbe pure in mezzo al deserto, e il cuore della Basilicata un po' lo è, tra brulle colline e valli arse. 
Il Gargano è coronato di nubi grigiastre, l'Adriatico ribolle, i camionisti scalpitano. Passiamo il confine con la Puglia, passiamo il confine con il Molise (sì, esiste) e ci fermiamo a Termoli per un trancio di tonno alla griglia da Recchi Fish, ottimo self-service di mare con cucina a vista. 
Procediamo, a ogni angolo un nuovo manifesto gareggia col Circo Orfei nell'attirare l'occhio dell'autista distratto e lusingarlo con sagre e feste in collina. 
Il sud.
La collina qui è bella e quasi selvaggia, si allunga tra castelli e borghi fino ai Monti Sibillini.
La sera ci fermiamo in un campeggio a Cupra Marittima. Si chiama Led Zeppelin, e in mezzo non ci scorre il fiume, ma il Frecciarossa.

Giorno 5
Ci sveglia l'espresso delle 8.10. È domenica, è giornata di partenze e non solo per noi. 
Giacche a vento colorate, ombrelloni decapitati e camper solitari in attesa di tempi migliori. 
Ci mancano 497,3 chilometri fino a casa, il bonus piadina ce lo giochiamo a Riccione e poi via, verso la piana. 
Anche stavolta, come ogni volta che passiamo davanti all'indicazione per Cavriago (RE), siamo tentati da una deviazione verso Piazza Lenin e il busto cantato dagli Offlaga Disco Pax, ma rimandiamo. 
La tempesta di ieri ha lasciato una nota di verde nel paesaggio, dopo il Po lascia il posto all'acciaio di capannoni e ciminiere, ma rimane nell'aria. 
La Chiantimobile trabocca di chiacchiere, briciole e bottiglie di plastica accartocciate. Abbiamo le gambe un po' anchilosate, ma ormai siamo a casa, c'è da scaricare.