Wednesday, February 17, 2016

ESPERANTO

di Chiara Boscaro
Esperanto non è il nome di una città esotica, ma di sicuro è un luogo dell’anima. È una lingua pianificata, creata a fine ‘800 dall’oftalmologo polacco Ludwik Lejzer Zamenhof. L’idea è geniale e nasce dalla necessità di far dialogare tutti i popoli del mondo, e di trovare una lingua comune che non privilegi nessuno. Ecco quindi la Internacia Lingvo, la lingua della pace e della fratellanza, una lingua seconda per tutti -  volutamente - e dalla grammatica semplice e priva di eccezioni. Oggi si parla Esperanto in 120 Paesi del mondo, la sezione di Wikipedia in Esperanto comprende 186 mila voci e se uno volesse approcciarvisi, basta dare un’occhiata al sito www.esperanto.it.
Esistono corsi gratuiti frontali e corsi online, e ogni anno si organizzano congressi nazionali e internazionali in cui è possibile assistere a incontri, spettacoli, letture… o semplicemente scambiare quattro chiacchiere. 
Qualcuno dice che l’Esperanto abbia fallito nel suo intento, soppiantato dall'Inglese, qualcuno dice che comunque è più parlato di certe lingue naturali particolarmente sfortunate, qualcuno dice che internet lo salverà (leggi qui).
GENESI pentateuco #1
Noi della Confraternita non siamo forse esperantisti diplomati, ma da un anno il nostro percorso è accompagnato da questa lingua geniale.  Lavorando a GENESI pentateuco #1, il primo capitolo del nostro progetto Pentateuco, ci siamo accorti che ci serviva una lingua che fosse altra per tutti, noi, il pubblico, la Consorella attrice Valeria Sara Costantin. E poi l’abbiamo trovata. Una lingua che potesse costituire un ostacolo ma non un nemico. Doveva essere la lingua di una metropoli, di una novella Babele, doveva essere una lingua condivisa tra gli abitanti di questa proteiforme città, ma totalmente ignota alla protagonista della nostra storia, una donna che molla tutto, terra d’origine, famiglia, passato, e sceglie il proprio posto in un mondo diverso, strano, che pare ostile ma forse non lo è, una terra senza odore che possa dare i natali alla creatura che porta in grembo.
La lingua di Babele doveva essere l’Esperanto.
A quel punto bastava impararlo, no?
Ecco.
Appunto.
Meno male che abbiamo trovato il Circolo Esperantista Milanese.
Senza di loro, oggi “GENESI pentateuco #1” non esisterebbe.
A proposito, mercoledì 17 febbraio e giovedì 18 febbraio (oggi e domani) potete vederlo allo Spazio Teatro NO’HMA Teresa Pomodoro di via Orcagna 2 a Milano, in occasione del Premio Internazionale “Il Teatro Nudo” di Teresa Pomodoro. L’ingresso è gratuito, ma è obbligatorio prenotare (tel. 0245385085/0226688369, mail nohma@nohma.it).
A proposito ancora, se l’idea vi stuzzica e volete sentire masticare un altro po’ di Esperanto alla consorella Valeria, cercatela alla Fondazione Prada. Fino al 24 Aprile la trovate lì tutti i sabati e le domeniche alle 17, dentro  - ma proprio dentro - la mostra di Goshka Macuga, alle prese con le pietre miliari della cultura umana tradotte nella Internacia Lingvo.
Ĉu vi komprenas?