Tuesday, December 20, 2016

A Trento trotterellando

di Diego Runko

Due anni fa a Trento ci eravamo andati a dicembre. 
Sempre al Teatro Portland.
Sempre a trovare il nostro amico Andrea Brunello, direttore del teatro e artista instancabile, promotore negli ultimi anni di uno dei connubi più interessanti delle scene contemporanee: quello fra teatro e scienza. Se nulla sapete di Andrea e del suo lavoro, vedete di provvedere googlando il suo nome e vi si aprirà un mondo.
Il Teatro Portland di Trento.
A dicembre, due anni fa, a Trento ci eravamo trovati benissimo. Anche perché, onestamente, in un posto dove lo stinco e i mercatini di Natale la fanno da padroni, l’anima maschile e l'anima femminile della Confraternita trovano la soddisfazione e la pace perpetue.
Due anni fa avevamo avevamo 
portato in scena Non voltarti indietro, lo spettacolo scelto quest’anno per il Premio Pradella dell’Accademia e del Teatro dei Filodrammatici di Milano. 
Quest’anno tocca a noi l’onore di aprire la stagione con ESODO pentateuco #2, fresco vincitore di premi estivi importanti. 
Trento e premi per la Confraternita sembrano un buon connubio.
Veniamo accolti da un bellissimo articolo di presentazione dello spettacolo sul giornale locale, cosa che non può che metterci di buon umore. 
In generale l’attenzione per la programmazione artistica, anche degli altri teatri della città e della zona, ci sembra in costante crescita. C’è anche un progetto editoriale nuovo nuovo, si chiama VIVO – per un teatro del presente.
Marco e Chiara hanno approfittato della trasferta in terra trentina per portarsi avanti col lavoro e sono arrivati già ieri. In realtà sono arrivati un giorno prima solo per cenare alla mitica Antica Birreria Pedavena. Cosa che non gli perdonerò mai. 
L'Antica Birreria Pedavena di Trento.
A voi, cari lettori, non posso che consigliarlo. Elencare le pietanze e le birre sarebbe per me, in questo momento, oltremodo doloroso, ma se siete in città un salto fatecelo.
Stasera il pubblico è caloroso e numeroso. Senza ombra di dubbio il Teatro Portland rimane per noi un luogo dell’anima. Anche per il fatto che post spettacolo Andrea e lo staff hanno l’abitudine (che personalmente imporrei per legge in tutti i teatri italiani) di offrire un bicchiere di vino e qualche stuzzichino ad artisti e spettatori.
La tappa delle ore piccole è la pizzeria Al Vesuvio. Personale cordiale e menù all’altezza delle aspettative, anche non di sole pizze. E rimane aperto fino alle 2 del mattino.
Ma domani si riparte presto. Dormiamo (poco) in un appartamento bellissimo, a prezzi più che modici, scovato da Marco su Airbnb, altro sito che vale la pena conoscere.

Tuesday, December 06, 2016

Niguarda.

di Chiara Boscaro

ph. Federica Lissoni
Quando si arriva a Niguarda col tram 4, lasciato indietro l’ospedale e un lembo di Parco Nord, la prima cosa che colpisce lo sguardo è l’immenso murale di Niguarda Antifascista. È stato più volte vandalizzato, ma sempre torna lindo e fermo a dichiarare l’anima del quartiere. 
Sin a partire dalle sue mura. 
È come una fortezza medievale, Niguarda, così raccolta attorno alla direttrice di Via Ornato. Il tram penetra guardingo tra due ali di case basse con quell’aria di vecchia Milano vera, e non ricostruita ad hoc con una app per cellulari. 
Niguarda è così. Un quartiere di gente che lavorava nelle fabbriche di Sesto San Giovanni e della Bicocca. Decine sono le associazioni e i circoli culturali, molti i gruppi informali di cittadini. E noi fino all’11 dicembre siamo in scena proprio qui, al Teatro della Cooperativa (via Hermada 8), fondato grazie al sostegno della Cooperativa Abitare alla fine del 2001 dal drammaturgo, regista e attore Renato Sarti – già collaboratore del Piccolo Teatro con Giorgio Strehler e del Teatro dell’Elfo di Milano – vincitore del Premio I.D.I., Premio Vallecorsi, Premio Riccione per il teatro, Premio Gassman, Premio Enriquez, Ambrogino d’Oro. 
ph. Federica Lissoni
Lo spettacolo che ci porta in questo quartiere è La Bottega del Caffè, un classico goldoniano che abbiamo tagliato e riscritto completamente, ma che non cade troppo lontano dagli intenti di zio Carlo. Almeno, questo crediamo noi. In scena, la Confraternita al gran completo, con Valeria Sara Costantin nella parte di Vittoria, Marco Pezza in quella del Conte Leandro, Diego Runko nei panni del caffettiere Ridolfo, Giovanni Gioia in versione Don Marzio e la guest star Valentina Scuderi chiamata a sostituire la neomamma Giulia Versari nel doppio ruolo di Lisaura e Placida. Lo spettacolo è una commedia degli equivoci spassosa e dissacrante che  coinvolge il pubblico molto da vicino e che, come dice Michele Weiss su La Stampa, ha il merito di “Aver attualizzato le dinamiche settecentesce in un'epoca che assomiglia al 99% alla nostra ma che non lo è fino in fondo - evitando così il peccato (mortale) di sociologizzare la pièce. Il resto lo fanno la freschezza e l'affiatamento degli attori ben diretti dalla regia di Marco Di Stefano che sfrutta i limiti della messa in scena [...] per deflagrare in mezzo al pubblico, ricreando così la famosa piazza con bottega del caffè e annesso barbiere in cui si tiene la vicenda."
Beh? Che aspettate?

E se prima o dopo lo spettacolo volete farvi un giro per il quartiere, ecco qualche dritta:
Per un aperitivo
Moe’s – Via Paolo Rotta
ph. Federica Lissoni
Per una buona birra e un panino dalle 19.30 alle 02.00 (03.00 il venerdì e il sabato)
Scott Joplin – via val di ledro 11
Per una pizza
Il Gatto e la Volpe - Via Paulucci di Calboli Fulcieri 4
Infine un’occhiata (e anche più d’una) merita Villa Clerici (via Giovanni Terruggia 8), il suo giardino e la GASC – Galleria d’Arte Sacra dei Contemporanei.