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Wednesday, August 07, 2019

In tournée con il #pargolo

di Chiara Boscaro

Post di pubblica utilità per neogenitori artisti e cultori della materia.
Da qualche mese in Compagnia è arrivato un nuovo Confratello, nome in codice #pargolo. Il #pargolo è molto adattabile, si lamenta poco e fa il suo, ma nondimeno ha delle necessità, che in tournée vanno tenute in considerazione. 
Pre Scriptum: viaggiare con un #pargolo non è un dramma, questo è meglio specificarlo, soprattutto se dall'altra parte del telefono rosso c'è uno staff attento come quello del Dramma Italiano di Fiume.
Il #pargolo in treno.

Documenti.
Ogni #pargolo, proprio come gli adulti, deve essere dotato di codice fiscale e documento d'identità valido per l'espatrio. I tempi per il rilascio della carta d'identità elettronica, nel nostro caso, erano troppo lunghi, ma con la firma di entrambi i genitori e la presenza di un testimone in pochi minuti è stato possibile farsi rilasciare quella cartacea. Attenzione: in alcuni casi serve il passaporto, e il #pargolo deve avere il proprio.

Viaggi.
Nello specifico, Milano-Fiume/Rijeka in treno più bus. Lo sappiamo, in auto sarebbe stato più semplice, ma il #pargolo non dovrebbe rimanere nell'ovetto più di due ore alla volta, poi necessita di pausa. Abbiamo preferito ridurre le valigie all'osso e muoverci in due accompagnatori.
Le linee di treni ad alta velocità hanno politiche diverse rispetto ai piccolissimi. Su Italo il #pargolo va segnalato nella prenotazione, viaggia gratis, ma solo in braccio a un adulto. La carrozzina va messa con le altre valigie, e nella cappelliera non ci sta. Anche su Frecciarossa il #pargolo viaggia gratis, però non va segnalato nella prenotazione. È possibile riservare un posto singolo con accanto lo spazio per la carrozzina. Dovrebbe esserci un fasciatoio su ogni treno, ma non lo abbiamo cercato. Noi siamo abbastanza acrobatici e ci cambiamo dappertutto. 
Per il passaggio oltreconfine in bus, però, abbiamo dovuto portarci dietro l'ovetto, che altrimenti non viene fornito. Attenzione, meglio riservare i posti. Ha un costo, ma l'ovetto si incastra bene solo nei due sedili siti immediatamente dietro le uscite, posti che solitamente vanno a ruba, soprattutto nei viaggi di notte, per evitare il rischio di “quello davanti che abbassa lo schienale fino in fondo e ti soffoca”. Ça va sans dire, il #pargolo va segnalato nella prenotazione. La carrozzina, nel trasbordo, è finita nel bagagliaio come suo bagaglio personale. Non proprio igienico, ma inevitabile.

Poppate.
In viaggio, avendo un #pargolo piuttosto regolare, abbiamo calcolato gli orari per evitare il rischio della poppata volante sul bus. Per essere sicuri al 100% si consiglia di preparare in anticipo un biberon di latte tirato o artificiale con la sua borsetta termica.

Valigie.
Come si diceva più sopra, ridotte all'osso. Uno zaino da montagna, un trolley contenente anche la vaschetta per il bagnetto (una scatola di plastica quadrata a dimensione di #pargolo) e i due zaini da lavoro. Più carrozzina, ovetto incastrato sopra e marsupio per agevolare gli spostamenti del #pargolo su e giù da metropolitane, treni, bus e, soprattutto scale. Dimenticavo di dirlo, a Fiume gli ascensori sembrano non esistere.

Nanna. 
Il #pargolo è adattabile. La fortuna è che fino a una certa età può dormire direttamente nella carrozzina, e questo aiuta molto l'ambientamento, oltre alla vicinanza dei genitori e a una lucina sempre accesa nella stanza. Con un po' di organizzazione, su piazza si trova sempre qualcuno disposto a prestare un lettino, ma non è detto che al #pargolo piaccia, soprattutto se si tratta di una sola notte fuori in un posto sconosciuto.

EFFETTO FARFALLA/EFEKT LEPTIRA al HNK Ivan Zajca

Il #pargolo in sala.
Al #pargolo il teatro piace molto. Gli piace fare da assistente al papà quando bisogna concordare il piano luci con i tecnici. Gli piace seguire le prove con la mamma. L'allattamento al seno in questi casi è una fortuna, soprattutto se sincronizzato con le interviste radiofoniche. Al #pargolo non piacciono, invece, gli applausi. Per niente. Soprattutto ai debutti, soprattutto quando i genitori devono salire sul palco.

Privacy policy.
L'immagine del #pargolo non è presente sui social, è il caso di ribadirlo a fotografi di scena, parenti, amici e spettatori con lo scatto facile.

Un elogio ai teatri dell'Est Europa.
Lo spettacolo serale alle 19.30 è un segno di civiltà, e anche il #pargolo può godersi la cena dopo la replica ed essere tranquillamente a nanna, come Cenerentola, allo scoccare della mezzanotte.

Crediti.
EFFETTO FARFALLA/BUTTERFLY EFFECT
di Chiara Boscaro e Marco Di Stefano
con Valeria Sara Costantin, Serena Ferraiuolo, Giuseppe Nicodemo, Marco Pezza, Leonora Surian Popov
drammaturgia Chiara Boscaro
regia Marco Di Stefano
assistente alla regia Giuseppe Nicodemo
consulente musicale Pedja Govic
costumi Manuela Paladin
logo di Marta Montin
un progetto La Confraternita del Chianti
una coproduzione
Associazione Interdisciplinare delle Arti (Italia)
Dramma Italiano di Fiume | HNK Ivan De Zajc (Croazia)

"Ogni volta che scartate una caramella a teatro,
dall'altra parte del mondo un attore muore.
Secco, sul colpo"

Saturday, January 05, 2019

Oroscopo di viaggio.

di Chiara Boscaro

Sotto il piumone di questo 2019 spuntano liste, classifiche e buoni propositi. La mappa de La Confraternita del Chianti è aperta, l'anno nuovo ci porterà a piantare bandierine in Croazia, Germania, Romania, Portogallo, Paesi Bassi... e tu? Cosa aspetti a scoprire quali avventure ti riserva il futuro?

Ariete
Destinazione: Fiume/Rijeka
Un po' Asburgo, un po' porto, un po' tutto. C'è il mare e il castello, il burek e il calamaro fritto. D'inverno la bora, d'estate il fascino discreto della borghesia in vacanza ad Abbazia/Opatija. Ottimo punto di partenza per sbizzarrirsi tra la verde Istria e le isole del Golfo del Quarnaro (Krk, Rab, CresLosinj).

Toro
Destinazione: Marche
Di terra e di mare, questa regione raccoglie il meglio di tutto. Le scogliere del Conero, le bellezze artistiche di Urbino, il Summer Jamboree a Senigallia, una miriade di teatri-bomboniera, colline meravigliose e sagre. D'estate non esiste soluzione di continuità tra farro, funghi, cinghiale, fritture di pesce e fiumi di vino. Val quasi la pena di lasciar stare la dieta e iniziare a prenotare!

Gemelli
Destinazione: Parigi
Gemelli, sarai sempre combattuto tra le molteplici facce, personalità e aspirazioni che ti animano, ma è Parigi è una città abbastanza grande per accoglierle tutte. Noi consigliamo una serata alla Cartoucherie da Mme Mnouchkine e un giro alla ricerca della baguette perfetta. Nel 2018 la migliore era quella di Mahmoud M'Seddi, del Quattordicesimo Arrondissement, ma chissà cosa ci riserva il nuovo anno!

Cancro
Destinazione: New York
Entra in un film. In tutti i film. Ogni angolo della città ti ricorderà un'inquadratura, i grattacieli ti costringeranno a camminare col naso all'insù e scoprirai che il passo del milanese è niente in confronto a quello dell'abitante medio di Manhattan. La cosa che non ti dicono mai è che la spiaggia di Coney Island è a mezz'ora di metropolitana, e che il sito dell'orto botanico riporta news giornaliere sulle piante in fiore... e chi non vorrebbe farsi fare quello che fa la primavera con quei ciliegi?

Leone
Destinazione: Barcellona
La città della festa ti aspetta. Festa del barrio, festa di giorno, festa di notte, festa in spiaggia, festa sulla rambla. Una città godereccia e piena di cultura, ma non fermarti all'apparenza. Esplorala, supera le esche per turisti, vivila come la vivrebbe una persona del posto. La realtà è molto più complessa della superficie... e non azzardarti a chiamarli spagnoli!

Vergine
Destinazione: Isola
Se sei milanese, riparti dalla tua città. Se non lo sei, questo è un buon posto da dove cominciare. Un quartiere storico (la conosci Santa Maria alla Fontana?) ora in preda a una frenesia di ristoranti, boschi verticali e biblioteche degli alberi. E se non passi dal Teatro Verdi (e dal suo bistrot Posto Unico), non sai cosa ti perdi.

Bilancia
Destinazione: Policoro
Matera è la prossima Capitale Europea della Cultura. È vicina al mare, ci sono i peperoni cruschi e l'usanza vuole che si faccia sciogliere il caciocavallo al calore del fuoco direttamente sul pane. 
Serve altro?

Scorpione
Destinazione: Mandanici
O meglio, la costa orientale della Sicilia. Tra Messina e Vendicari non hai che l'imbarazzo della scelta, tra natura, storia, gastronomia e arte. Ti lasciamo solo un breve promemoria: granita, Etna, Taormina, Gole dell'Alcantara, Siracusa, il pistacchio di Bronte e il barocco di Noto, Marzamemi, arancino, Catania.

Sagittario
Destinazione: Londra
Vero, la natura incontaminata ti affascina, ma una città... una City con la “C” maiuscola... vuoi mettere? Per il pacchetto completo, treno sotto la Manica direttamente da Parigi. Sali con il croissant caldo, scendi con una pinta gelata.

Capricorno
Destinazione: Napoli
Vedi Napoli e ti innamori. Una città vecchia di millenni, con almeno tre strati sovrapposti, una wunderkammer ricca di contraddizioni, profumi e misteri. Imperdibili il Cristo Velato e un pranzo da Nennella (ma guai a chiedere il caffè, quello si prende al bar di fronte).

Acquario
Destinazione: Mantova
Mantova è una bomboniera, ma anche uno scrigno di piaceri proibiti. A cominciare da Palazzo Te, sede di festini e ardite creazioni artistiche sin dal Rinascimento. Mantova, ricca e grassa, si fa bella specchiandosi nei due laghi che l'abbracciano. Invita all'abbandono, invita a un dolce oblio.

Pesci
Destinazione: Garbagna
Un borgo da sogno, ma vero. Benvenuto in Piemonte. Qui hanno i castelli e pure il Barolo. Qui hanno tramonti incastonati tra vigneti a perdita d'occhio. Un paesaggio sapientemente modellato, con quella praticità non priva di poesia che ci ha regalato Cavour, Alfieri e il gianduiotto.

Tuesday, November 14, 2017

Fiume/Rijeka.

di Chiara Boscaro

La Torre Civica.
Ovvero il secondo giorno di ombrellone dei 6/7 totali nell'estate dei Confratelli Chiara e Marco
Fiume o Rijeka è il terzo vertice della penisola istriana, venendo dall'Italia e considerando come primi due Trieste e Pola/Pula, o il primo vertice venendo dalla Croazia e considerando come ultimi due Pola/Pula e Trieste.
Fiume/Rijeka ha circa 170000 abitanti, è la terza città della Croazia e affaccia sull'Adriatico, e più precisamente sul Golfo del Quarnaro/Kvarner. Di fronte ha le isole di Cres, Lošinj, Krk e Rab. 
Le origini sono romane, nel frattempo di qui sono passate Ungheria, Austria, Italia, Jugoslavia e Croazia, ma sempre l'identità della città è rimasta quella di un porto, porto che nel 2020 sarà Capitale Europea della Cultura
L'atmosfera architettonica del centro è piuttosto asburgica, con la Torre Civica  (ora di nuovo sormontata dalla storica aquila bicipite) e il Teatro Nazionale Ivan de Zajc, dove ha sede anche il Dramma Italiano di Fiume, primo teatro stabile italiano e unico fuori dal nostro Paese. 
Il Teatro Ivan de Zajc.
Il sotto della città è attraversato da bunker della guerra, il sopra si srotola lungo il Korzo e poi su, verso il Castello. 
Qui tradizionali sono il fritto di calamari, il Carnevale e gli scampanatori. 
Qui ci sono diverse spiagge, raggiungibili anche a piedi, ma si preferisce la storica stazione balneare di Abbazia/Opatija, storica dopo che un patrizio fiumano ci ha costruito la villa al mare (Villa Angiolina) e l'Austriaca Società delle Ferrovie del Sud ha fiutato l'affare tirando su, nel 1884, l'Hotel Quarnaro/Kvarner, primo di una serie di eleganti edifici adibiti alla ricreazione dei ricchi asburgici. 
Gli stabilimenti balneari sono sciccosissimi e silenziosi: quando ci presentiamo con i nostri burek del supermercato (unti e meravigliosi) un po' temiamo il peggio, ma i prezzi sono abbordabili e ci lasciamo irretire dal fascino discreto della borghesia. 
Abbazia/Opatja.
Sdraio con materasso, accappatoio personale, passerella di legno per non incappare negli insidiosi sassetti ustionanti, camerieri che servono birre artigianali direttamente sotto l'ombrellone e, nel frattempo, appena dietro di noi l'orchestra del Teatro Ivan de Zajc prova l'opera lirica in allestimento nell'arena all'aperto. 
Insomma, il paradiso con quella puntina in più di ebbrezza alcolica mattutina a rendere il tutto più morbido e sfocato. 
Accanto a noi, un satrapo russo e una ex-modella brasiliana che cambia costume tre volte e fa sparire altrettante bottiglie di bianco.
Il rientro a Fiume/Rijeka è in corriera, giusto per tornare alla realtà tra famiglie con la borsa frigo e aspiranti rampanti che non hanno abbastanza soldi per proseguire la serata. Non ci resta che consolarci con un brodetto. E la Konoba Feral è proprio il posto giusto. Pesce freschissimo, ottimi prezzi e servizio spartano all'aperto.


Saturday, November 14, 2015

Dramma Italiano di Fiume: un'intervista doppia.

1. "Ciao, come ti chiami? Cosa fai? Da dove vieni, anche artisticamente?
Leonora. Sono Leonora, Leonora Surian, sono mamma di Elena, con l'accento sulla seconda E, cantante, attrice, direttrice del Dramma Italiano.
Sono nata a Fiume in Croazia, ho vissuto diversi anni in Italia dove mi sono diplomata all'accademia Silvio D'amico. Ho fatto teatro, tv, musical, ho inciso dei CD musicali e scritto un libro di barzellette sulle bionde.
Giuseppe. Sono Giuseppe Nicodemo, nato a Teglio Veneto in provincia di Venezia, ma mentalità friulana, in Italia, Italiano vero, ma non suono la chitarra, diplomato alla Nico Pepe di Udine e ora attore e braccio destro della direttrice del Dramma Italiano di Fiume.

2. Cos’è il Dramma Italiano di Fiume? Cosa significa fare teatro in italiano in Croazia?
Leonora. Il Dramma Italiano di Fiume è la compagnia stabile di prosa di lingua italiana del Teatro Nazionale Croato Ivan de Zajc di Fiume, (Hrvatsko Narodno Kazalište Ivana pl. Zajca, Rijeka), di cui fanno parte anche il Dramma Croato, l'Opera e il Balletto. È un’istituzione dell’Unione Italiana, organizzazione che riunisce e rappresenta per il Ministero degli Affari Esteri Italiano le 53 Comunità Nazionali Italiane sparse in Croazia e Slovenia, TV e Radio Capodistria, la casa editrice EDIT, le numerose scuole dell'infanzia, medie e superiori di lingua italiana, le facoltà di Italianistica.
Il compito principale del Dramma Italiano di Fiume è quello di tenere viva la cultura e la lingua italiana in una realtà linguisticamente e culturalmente a grande maggioranza croata e slovena con spettacoli e incontri a Fiume, in Istria, in Italia e in importanti festivals europei.
Fondato nel 1946, il Dramma Italiano è una Compagnia stabile professionale, l'unica italiana al di fuori dei confini nazionali, e la prima Italiana (il Piccolo Teatro di Milano è stato fondato nel '47!) che attualmente conta 12 membri di cui nove attori, e mette in scena mediamente quattro première per stagione nel Teatro Ivan de Zajc, edificio in stile Liberty decorato da preziosi stucchi dorati e che conserva pure delle tele di Klimt, edificato nel 1893, quando Fiume apparteneva quale "corpus separatum" al Regno di Ungheria all'interno dell'Impero Austroungarico.
Giuseppe. Vedi sopra.

3. Come si inserisce il Dramma Italiano di Fiume nel Teatro Nazionale Croato Ivan De Zajc?
Leonora. Il Dramma Italiano è cofondatore e parte integrante del teatro. Collaboriamo benissimo con le altre sezioni, facendo spesso dei progetti insieme.
Giuseppe. Ogni tanto ci becchiamo per avere il palcoscenico per le prove, ma ci vogliamo bene, ci diciamo buongiorno (in italiano, croato, inglese, dialetto...) e beviamo diversi caffé e/o pelinkovac insieme.

4. Come funziona il sistema teatrale in Croazia? È diverso da quello italiano?
Leonora. Il teatro è nazionale e comunale, cioè i dipendenti del teatro (più di 300!) sono comunali ed i fondi per le produzioni arrivano dallo stato croato, nel nostro caso anche dalla Slovenia e soprattutto dall'Italia.
Giuseppe. È una struttura mastodontica, una fabbrica di spettacoli teatrali, balletti, opere etc etc...

5. Ci puoi dire qualcosa sul tuo prossimo progetto? E un sogno (artistico) nel cassetto?
Leonora. Un altro bambino.
Giuseppe. Sogno? Ogni giorno lo sto realizzando andando in ufficio del teatro o a prove.

6. Com’è lavorare in un posto con il mare?
Leonora. Secondo voi?
Giuseppe. C'è sempre pesce fresco, e costa poco... e i tramonti da favola, gratis.

7. Cos’è l’Istria? Cos’è la Comunità Italiana in Istria?
Leonora. L'Istria è una regione divisa tra Slovenia e Croazia, Fiume è in un'altra regione, croata, la Litoraneo Montana. A Fiume, ma soprattutto in Istria sono presenti ancora migliaia di Italiani autoctoni.
Giuseppe. Le comunità italiane sono 53 e presenti in tutta la Croazia e Slovenia (oltre che in Montenegro) e non solo in Istria, però in Istria, tipo Alto Adige ci sono le scritte ovunque bilingui.

8. Che lingue si parlano in Istria? Come comunicano le varie comunità?
Leonora. Croato, Sloveno, Italiano, dialetto istroveneto.
Giuseppe. Le varie comunità comunicano tra di loro con un organismo che le unisce, l'Unione Italiana appunto, un deputato al parlamento croato e sloveno per la minoranza italiana, e un referente per il Ministero degli Affari Esteri Italiano che è l'Università Popolare di Trieste, più o meno...

9. Chi emigra in Croazia? Chi emigra dalla Croazia? Che cosa dice in merito, la vostra legislazione?
Leonora. Fiume è una città multietnica, punto di incontro tra varie religioni e etnie.
La crisi però ha fatto e fa in modo che molti giovani croati emigrino in altri paesi europei per lavoro, paghe e qualità di vita migliori.
Giuseppe. Io sono un emigrato dall'Italia, con il trolley, niente valigie di cartone, per realizzare il mio sogno, fare l'attore. All'inizio è stata durissima con i permessi di soggiorno e lavoro, sono persino stato in carcere un giorno per degli intoppi burocratici, ma ora che siamo in Europa è tutto più semplice.

10. Che cosa pensi dell’Italia?
Leonora. È un posto che adoro, e non solo per lo shopping e le bellissime coproduzioni che facciamo.
Giuseppe. Mi manca, tanto, ma non so se potrei vivere e avere una paga mensile come attore ed essere rispettato per il mio lavoro senza sentirmi dire: "Che lavoro fai? L'attore? Ma no, intendevo il lavoro vero!".

Friday, October 09, 2015

Istria

A cavallo del confine orientale. Così ci siamo detti.
Prima Guerra, Seconda Guerra, Roma, Bisanzio, gli Asburgo, tutto.
Abbiamo un unico paletto, la riunione al Teatro Nazionale Croato di Fiume il 31 Agosto.
Ma chi è questo “noi” narrante?
Chiara Boscaro e Marco Di Stefano. E anche un pezzetto di Diego Runko. 
Grado.
La squadra di “ESODO pentateuco #2”.
Obiettivo: vacanza studio in Friuli Venezia Giulia, Slovenia e Istria.
Diciamola tutta, inizialmente si parlava di “Tutta la Croazia in macchina, giù giù fino a Dubrovnik e ritorno”. Poi abbiamo aperto la cartina, tutta giù giù fino in fondo, e ci abbiamo ripensato. L’Istria era anche in tema. “Il nostro prossimo spettacolo parla di Istria, e non ci siamo neanche mai stati?! Non è possibile. Dobbiamo vedere l’arena di Pola. E la casa dove è cresciuto Diego a Castagner. E Pisino. E Parenzo della canzone della Mula di Parenzo”.
Carichiamo sulla Chiantimobile la prima tenda, la seconda tenda, la borsa frigo e il fornello (ricomprato in extremis perché non trovavamo più quello vecchio) e ci mettiamo sulla strada. On the road again. Rigorosamente strada statale. On the road again. Con il Confratello Marco, l’autostrada non è un’opzione. On the road again, appunto. Per arrivare a Grado, prima tappa prevista, ci mettiamo qualcosa come sette ore, ma appena in tempo per assistere allo strano spettacolo della bassa marea che più bassa non si può. La gente passeggia all’asciutto per chilometri, a Grado, quando c’è la bassa marea. E quando è alta, nuotare è comunque un parolone.  La prima tappa ci regala l’incredibile Basilica di Aquileia e un altrettanto meraviglioso Refosco dal Peduncolo Rosso dell’Azienda Agricola Donda.
Seconda tappa, la costa slovena. E qui apriamo e chiudiamo una parentesi: ma perché il mare Adriatico, in Italia, a quell’altezza al massimo può vantare le anguille, e da questa parte invece è bello? e soprattutto… perché nessuno ci ha mai detto che la Slovenia ha chilometri di coste?!
Redipuglia.
Consigliamo Pirano, Izola e la friggitoria del mercato di Capodistria. E Hrastovlje, una chiesina che sembra uscita dal Settimo Sigillo di Bergman, una fortezza interamente affrescata con un’enorme danza macabra. Stesso discorso per Sveta Marija na Škriljinah a Beram/Vermo, in Croazia. Quando arriviamo in centro, in paese, citofoniamo al numero 8. La signora Anna ha le chiavi della chiesetta, e per poche kune ci accompagna e ci racconta lei tutta la storia.
Ovunque andiamo, incontriamo monumenti dedicati al Compagno Tito e ai partigiani che hanno combattuto per liberare la Jugoslavia. Partigiani italiani e slavi, indifferentemente. Ricordati in entrambe le lingue. È che in Italia ci hanno abituato a pensare che dopo la Guerra qui si sia consumata la persecuzione degli Italiani, costretti a un esodo di proporzioni bibliche, ma la situazione, al solito, è più complessa di come ce la raccontano. Diego è cresciuto a Pula/Pola, e già ce l’aveva detto. Ma bisogna vederle, le cose, per capire. Questo posto è un crogiuolo di lingue, culture, nazionalità, come si fa a tracciare un confine o un punto di vista? A Parenzo/Poreč incontriamo la Basilica Eufrasiana e un campeggio da re, a Rovigno/Rovinj una quantità di turisti tedeschi, a Dignano/Vodjan ci lasciamo inquietare da sette mummie e duecentotrentaquattro reliquiari, mentre nei paesi dell’interno i maialetti da latte arrostiscono allo spiedo fuori da ogni ristorante. Il turismo è fiorente, anche se ci dicono che i prezzi non sono più quelli di una volta, appena dopo la Guerra (quella dei Balcani). I naturisti invece si dice risalgano addirittura a Edoardo VIII re di Gran Bretagna e Irlanda, imperatore delle Indie. Quello che ha mollato tutto per la Wallis Simpson, si dice. Beh, si dice anche che con la Wallis si dilettasse a nuotare in queste acque in costume adamitico. E come dargli torto.
Il Teatro Ivan de Zajc.
E… ed è subito sera, e dopo aver grigliato ćevapčići (serbi, non sloveni), ražnjiči, carpe, orate e talvolta addirittura delle verdure (tutto indistintamente condito con ajvar), è subito anche il 31 Agosto.
La riunione al Teatro Nazionale Croato di Fiume.
O meglio, Rijeka.
Con un organico di 350 lavoratori stipendiati, il Teatro Ivan de Zajc (www.hnk-zajc.hr) può contare su un’orchestra, un ensemble di danza, una compagnia di prosa croata e una compagnia di prosa italiana. E tutte le maestranze tecniche e organizzative. E il laboratorio di scenografia e costumi. E il titolo della stagione è “Si garantisce la libertà di pensiero e di espressione”. E la sezione italiana, il Dramma Italiano di Fiume, coproduce il nostro “ESODO pentateuco #2”. E a Febbraio siamo lì.
E c’è pure il mare.