di Chiara Boscaro
ph. Federica Lissoni |
Quando si arriva a Niguarda col tram 4, lasciato indietro l’ospedale e un lembo di Parco Nord, la prima cosa che colpisce lo sguardo è l’immenso murale di Niguarda Antifascista. È stato più volte vandalizzato, ma sempre torna lindo e fermo a dichiarare l’anima del quartiere.
Sin a partire dalle sue mura.
È come una fortezza medievale, Niguarda, così raccolta attorno alla direttrice di Via Ornato. Il tram penetra guardingo tra due ali di case basse con quell’aria di vecchia Milano vera, e non ricostruita ad hoc con una app per cellulari.
Niguarda è così. Un quartiere di gente che lavorava nelle fabbriche di Sesto San Giovanni e della Bicocca. Decine sono le associazioni e i circoli culturali, molti i gruppi informali di cittadini. E noi fino all’11 dicembre siamo in scena proprio qui, al Teatro della Cooperativa (via Hermada 8), fondato grazie al sostegno della Cooperativa Abitare alla fine del 2001 dal drammaturgo, regista e attore Renato Sarti – già collaboratore del Piccolo Teatro con Giorgio Strehler e del Teatro dell’Elfo di Milano – vincitore del Premio I.D.I., Premio Vallecorsi, Premio Riccione per il teatro, Premio Gassman, Premio Enriquez, Ambrogino d’Oro.
ph. Federica Lissoni |
Lo spettacolo che ci porta in questo quartiere è La Bottega del Caffè, un classico goldoniano che abbiamo tagliato e riscritto completamente, ma che non cade troppo lontano dagli intenti di zio Carlo. Almeno, questo crediamo noi. In scena, la Confraternita al gran completo, con Valeria Sara Costantin nella parte di Vittoria, Marco Pezza in quella del Conte Leandro, Diego Runko nei panni del caffettiere Ridolfo, Giovanni Gioia in versione Don Marzio e la guest star Valentina Scuderi chiamata a sostituire la neomamma Giulia Versari nel doppio ruolo di Lisaura e Placida. Lo spettacolo è una commedia degli equivoci spassosa e dissacrante che coinvolge il pubblico molto da vicino e che, come dice Michele Weiss su La Stampa, ha il merito di “Aver attualizzato le dinamiche settecentesce in un'epoca che assomiglia al 99% alla nostra ma che non lo è fino in fondo - evitando così il peccato (mortale) di sociologizzare la pièce. Il resto lo fanno la freschezza e l'affiatamento degli attori ben diretti dalla regia di Marco Di Stefano che sfrutta i limiti della messa in scena [...] per deflagrare in mezzo al pubblico, ricreando così la famosa piazza con bottega del caffè e annesso barbiere in cui si tiene la vicenda."
Beh? Che aspettate?
E se prima o dopo lo spettacolo volete farvi un giro per il quartiere, ecco qualche dritta:
Per un aperitivo
Moe’s – Via Paolo Rotta
ph. Federica Lissoni |
Per una buona birra e un panino dalle 19.30 alle 02.00 (03.00 il venerdì e il sabato)
Scott Joplin – via val di ledro 11
Per una pizza
Il Gatto e la Volpe - Via Paulucci di Calboli Fulcieri 4
Infine un’occhiata (e anche più d’una) merita Villa Clerici (via Giovanni Terruggia 8), il suo giardino e la GASC – Galleria d’Arte Sacra dei Contemporanei.
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